Il Giudice gli allevia le misure cautelari e lui ne approfitta per tornare a delinquere

Il suo arresto, in agosto, era stato un tassello importante nell’operazione Power 2016, condotta dagli investigatori del Nucleo di polizia giudiziaria della Polizia Locale e conclusasi circa un mese fa: parliamo del triestino M.A., il giovane pusher, molto attivo nonostante i suoi 19 anni, con molti adolescenti tra i suoi clienti.

Il ragazzo, dopo il suo arresto, era stato condotto nel carcere di via Coroneo ma poco tempo dopo, il Giudice aveva deciso di commutare la misura restrittiva in detenzione domiciliare e, in un momento successivo ancora, nel solo l’obbligo di presentarsi al Nucleo di polizia giudiziaria ogni giorno: un atto di fiducia e un’opportunità di recupero.

Ovviamente il credito accordato non si basava semplicemente sulla parola del giovane: gli investigatori di polizia giudiziaria hanno continuato a sorvegliarlo raccogliendo invece prove inconfutabili del suo rientro nel giro dello spaccio locale: dagli spostamenti in Slovenia per rifornirsi di eroina, al progressivo riaggancio dei contatti troncati lo scorso agosto, al momento dell’arresto. Alla fine di ottobre era stato fermato proprio dagli agenti della Polizia Locale, insieme ad un suo vecchio cliente: i due erano stati trovati con addosso un certo quantitativo di eroina (destinata alla piazza triestina) appena acquistata in Slovenia dal loro pusher abituale.

La condotta di M.A. ha perciò indotto il Giudice per le indagini preliminari ad emettere una nuova ordinanza per il suo ritorno alla detenzione domiciliare, questa volta molto più restrittiva della precedente.