La Polizia Locale smaschera una truffa di false polizze assicurative

Si è conclusa nei giorni scorsi un’indagine durata sette mesi e partita a seguito di una serie di denunce presentate al Nucleo di polizia giudiziaria della Polizia Locale di via Revoltella da alcuni automobilisti triestini raggirati a seguito della stipula di contratti assicurativi on-line.

Il primo a denunciare la truffa è stato un giovane il quale aveva pagato circa 600 € per la stipula di un contratto RC Auto del suo veicolo, risultato poi essere falso; l’uomo, assicurazione alla mano, ad ottobre del 2021 era stato fermato da una pattuglia della Polizia Locale, che dopo le verifiche sulla documentazione esibita, accertava l’inesistenza del contratto e procedeva con il sequestro amministrativo del veicolo. La polizza in possesso della vittima, infatti, nonostante a prima vista sembrava essere stata emessa da una nota compagnia assicurativa italiana, in realtà era un falso.

Qualche giorno dopo è incorso in una disavventura simile un altro automobilista: l’uomo, fermato ad un controllo di polizia stradale da parte sempre di operatori della Polizia Locale, esibiva una documentazione assicurativa falsa, pagata on-line 300 €. Il mezzo veniva sequestrato e a seguito del raggiro anche la seconda vittima presentava formale denuncia per la truffa patita.

L’attività investigativa d’iniziativa permetteva agli operatori di acquisire preziose informazioni dagli estratti delle conversazioni via social che erano intercorse tra l’asserito assicuratore e i contraenti.

Coordinati dalla Procura della Repubblica di Trieste, gli agenti procedevano quindi all’acquisizione delle informazioni bancarie collegate alle carte prepagate e all’IBAN destinatari dei versamenti dei premi, informazioni che riconducevano a due soggetti residenti a Caserta; due uomini D’A.S., classe 1962, e K.B.T., classe 1983.

La successiva verifica delle immagini video dello sportello postale di Villa Literno (CS) in cui le carte venivano utilizzate per le movimentazioni di denaro, focalizzava l’attenzione su un terzo soggetto campano, M.A, classe 1997 di Villa Literno (CS).

Le numerose operazioni di trasferimento di denaro effettuate dai tre uomini metteva in luce l’utilizzo di una più vasta rete di mezzi creditizi dell’ordine di più di 25 carte prepagate, con un volume di euro transati pari a più di 50.000 €, per il periodo monitorato di circa 4 mesi.

A carico di D’A.S., K.B.T. e M.A. gli investigatori ipotizzano il reato di truffa in concorso.

Si ipotizza che i tre soggetti avessero messo in piedi un vasto sistema di vendita di false polizze assicurative in tutta Italia, con un semplice ma efficace meccanismo: dopo aver realizzato uno o più falsi siti Internet, che solitamente risultavano essere poveri di informazioni e riferimenti, ma che per essere più appetibili riproponevano illecitamente le caratteristiche visive distintive di compagnie assicurative conosciute, riportando quali contatti o un numero mobile intestato a un prestanome straniero o un indirizzo email fornito da un provider extraeuropeo.

Garantitasi l’irrintracciabilità, i truffatori offrivano di solito la possibilità di stipule “temporanee” con richiesta eventualmente di fornire i dati utili per il perfezionamento del contratto, quali dati personali e targa del veicolo.

I feedback negativi ricevuti sulla scorta delle plurime truffe messe in atto avrebbero dovuto in realtà posizionare il sito in coda alle altre offerte di mercato, ma i gestori di tali siti-truffa con operazioni di acquisizione di spazi pubblicitari sui motori di ricerca, si guadagnavano le prime posizioni, scavalcando i risultati non a pagamento, ovvero le inserzioni degli altri operatori di mercato, tra i quali anche quelli reali e affidabili.

Una volta avvenuto l’accesso al sito farlocco e trasmessi i dati personali, il contraente veniva successivamente contattato dal truffatore da un’utenza mobile o mediante uno dei tanti servizi di messaggistica.

Dati alla mano l’asserito assicuratore era quindi in grado di quantificare un premio realistico ma sicuramente inferiore alle offerte lecite di mercato, così da renderlo appetibile e indurre quindi il contraente all’acquisto.

Dopo il pagamento, eseguito verso carte prepagate/ricaricabili, avveniva l’invio della documentazione falsa, che spesso riportava perfettamente, ma illecitamente, i loghi e il format di note compagnie assicurative italiane.

La Polizia Locale di Trieste raccomanda di fare particolare attenzione a tali siti che, offrendo spesso polizze temporanee, indicano quale contatto un numero di cellulare o invitano i clienti ad utilizzare sistemi di messaggistica veloce, oppure propongono o usano una mail fornita da un provider gratuito e indicano per i pagamenti carte prepagate/ricaricabili.

Si ricorda che in caso di dubbi ogni informazione utile sulla legittimità di contraente e compagnia pubblicizzata può essere verificata sul sito dell’ IVASS, l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni.